L’art. 10 della Legge concernente l’istituzione dell’Azienda Cantonale dei Rifiuti prevede che i membri del relativo Consiglio d’amministrazione vengano nominati dal Gran Consiglio su proposta del Consiglio di Stato per un periodo di quattro anni. Durante l’ultima sua seduta, a fine settembre, il parlamento ticinese ha quindi proceduto alla nomina di tre nuovi membri di tale organo e la riconferma di due uscenti, fra cui il Consigliere di Stato leghista Claudio Zali.

Non è mia intenzione dilungarmi in questa mia breve nota sulla politica di gestione dei rifiuti del nostro Cantone, tuttavia mi sia permesso di riflettere su un aspetto: quello del cosiddetto “termovalorizzatore”. Un bel nome per mascherare quello che è l’inceneritore dei rifiuti di Giubiasco. Francesco Vitali, attualmente candidato al Consiglio Nazionale del Partito Comunista – in un suo articolo intitolato “Riconfigurare la gestione dei rifiuti nell’ottica di uno scenario sostenibile e moderno”, pubblicato sulla rivista di approfondimento #politicanuova (Nr. 6, aprile 2015) – ha spiegato la necessità di potenziare le prerogative dell’Azienda Cantonale dei Rifiuti (ACR) affidandole l’intera gestione del sistema cantonale di raccolta dei rifiuti, al fine di intraprendere con coraggio – così Francesco Vitali – “una scelta reale e sostanziale circa la promozione del riciclaggio e l’esclusione progressiva della combustione”. Ampia fetta della classe politica ticinese ha deciso invece di puntare proprio sul foraggiamento dell’inceneritore di Giubiasco Baragge, a scapito evidentemente del riciclaggio.

E proprio qui occorrerebbe iniziare a riconoscere concretamente un pluralismo democratico anche all’interno dell’ACR. Esiste dal 2008, ad esempio, l’Osservatorio della gestione ecosostenibile dei rifiuti (Okkio): non sarebbe il caso di iniziare a mettere a disposizione a chi da sempre nella società civile si è mostrato critico verso la costruzione dell’inceneritore e che da anni con impegno ne tiene d’occhio l’attività in fatto di polveri fini quegli spazi necessari per avere voce in capitolo sulla gestione non solo della politica cantonale in materia, ma anche della sua azienda pubblica?